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Un sogno lungo 14 anni: il campo nazionale CN2018

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Un sogno lungo 14 anni: il campo nazionale CN2018

Ciao ragazzi ed adulti,

questo articolo lo scrivo sia per i già navigati adulti che per gli adulti del domani: i ragazzi. Non vi dirò cosa abbiamo fatto al campo, alle emozioni attorno ad un fuoco con tutti gli esploratori d’Italia, al quel singolo sguardo vissuto per un attimo ma più intenso di mille parole, … vi voglio invece far scoprire cosa è significato per me questo campo estivo in particolare, perché è stato così speciale e atteso, perché è stato un sogno lungo quasi metà della mia vita.

Questa storia inizia quando alla tenera età di 8 anni ho iniziato una strana nuova attività il sabato pomeriggio, scoperta quasi per caso grazie ad un compagno di classe. Non ci sono mai state grosse pretese, con la mia spontaneità partecipavo semplicemente perché mi piaceva giocare tutti insieme, correre, esplorare, ma anche riuscire a trovare uno spazio tra i miei coetanei dimostrando le agilità atletiche e umoristiche degne di una grossa preoccupazione per i capi. Non ero di certo un lupetto tranquillo – mai stato – ma le giuste parole ed i saggi discorsi di Akela e degli altri vecchi lupi sono sempre riusciti a farmi capire che la mia energia esplosiva la potevo spostare in qualcosa di buono, come le BA (Buone Azioni) o le capacità.

Quando vedo un/a ragazzo/a con un carattere esuberante mi immedesimo e sorrido ripensando a quanto ho fatto dannare i miei capi, ma totalmente fiducioso che con il potere delle parole e del buon esempio si può sfruttare questa infinita energia in qualcosa di positivo, di molto positivo.

I lupetti presto finirono, anche se l’ultimo anno è stato “sudato”. Guardavo avanti e vedevo gli esploratori con le tende e attività più avventurose, ma forse è proprio da quell’anno che ho cominciato a capire il senso di gruppo dove io, lupetto all’ultimo anno, posso aiutare la mia muta e i vecchi lupi dando io stesso l’esempio. E’ un passaggio non facile, è il passaggio da lupetto che si concentra più su se stesso, ad esploratore che invece vive la pattuglia tutta insieme.

All’uscita dei passaggi  dal branco al reparto – e per tutto il primo anno – sono rimasto incantato dai racconti del campo nazionale (CN2004) al quale il reparto aveva partecipato subito prima della mia entrata. Non vi nascondo che dopo 14 anni canticchio ancora la canzone del campo, anche se sfortunatamente non ne ho mai preso parte. Il reparto è stato amore a prima vista, ogni anno con le sue particolarità, ogni anno con le sue emozioni. Degno di nota – e cosa che ribadisco sempre a ragazzi e genitori – è che durante questa branca in particolare (12 – 16 anni) c’è la certezza che ogni ragazzo/a avrà una crisi e – molto probabilmente – non vorrà più partecipare alle attività. Come mai? Perché si arriva alla maturità delle domande, delle ribellioni, delle sfide, del trovare il proprio spazio, del sentirsi già grandi ed indipendenti.

“E’ da preoccuparsi se non succede, se continua a non fare delle scelte ma basarsi solo sugli altri, dai genitori, ai capi scout, ai professori”. Il nostro obiettivo – come adulti in generale – è quindi quello di fornire loro tutte le informazioni possibili e porre le giuste domande, guindandoli nella vita di ogni giorno.

Presto la Compagnia mi ha accolto tra le sue braccia, una compagnia che allora non era esattamente quella che ora intendo come vera compagnia scout. In compagnia ogni componente ha un ruolo ed il suo potere decisionale è identico a quello degli altri. E’ una delle più alte forme democratiche che io abbia mai vissuto, ma è assolutamente necessario che il tavolo a cui ci si siede tutti insieme sia rotondo, che tutti abbiano la volontà di mettersi in gioco al 200% e che ci sia lo spirito di gruppo comune. Durante il mio ultimo anno di compagnia ho fondato insieme a pochi altri, la compagnia cittadina, una unica compagnia che raggruppasse tutti i gruppi della sezione. Uno degli anni più incredibili di tutto il mio percorso. E’ stato necessario perché ragazzi e capi non erano sufficienti per creare delle singole compagnie per gruppo. Ma ora sono molto fiero di vedere come, a distanza di anni, la compagnia “Salida del sol” è stata sciolta e ogni gruppo ha il proprio percorso interno al gruppo fino ai 19 anni.

Gli anni da capo sono letteralmente volati, il primo anno di servizio è stato in reparto come Vice Capo Reparto (VCR) e dal secondo in poi ho avuto il piacere di fare il Capo Reparto (CR). L’esperienza maturata vivendo le attività da ragazzo è stata una buona amica in tutti questi anni, ma sicuramente il successo del gruppo sta nei capi stessi. Al mio fianco ho sempre avuto validissime persone ed insieme abbiamo fatto cose straordinarie. Abbiamo sempre fatto mercatini di Natale nel nostro amato comune di Costabissara, campi invernali alla ricerca della neve, imprese di pattuglia sparse per il Veneto, campi estivi con le sopraelevate, all’estero in Finlandia e finalmente anche al campo nazionale 2018.

Il campo nazionale per me rappresenta un sogno durato 14 anni, un sogno ed uno stimolo che voglio regalare ai ragazzi che hanno partecipato e che – come è successo a me – per i ragazzi che non sono potuti venire.

Ma vi dirò una cosa che mi ha lasciato perplesso: il campo nazionale non era come me lo ero sempre sognato, ma molto molto meglio. Perché ho ricevuto sempre più conferme da parte dello staff – Matteo, Nicola (e Giorgia da casa) – che mi hanno fatto vivere un’avventura piena di emozioni e ricordi, un’avventura che ha trovato un posticino indelebile nel mio cuore. E’ stata una enorme emozione condividere questi momenti insieme a loro, sapendo che qualche anno fa Matteo e Nicola erano miei esploratori, e che Giorgia è entrata in questo mondo già da adulta. E’ la chiara dimostrazione che il sistema funziona bene, che quel tempo speso di infinta pazienza dei vecchi lupi è davvero servito a qualcosa.

Che questo messaggio sia uno stimolo per tutti voi a seguire i vostri sogni e a non demordere finchè non avrete la gioia di vederli realizzati. Ognuno di noi può scegliere di vivere, di sognare.

Quindi oltre a ringraziare questi fantastici – e instancabili – compagni di viaggio, un doverosissimo grazie anche ai ragazzi ed alle ragazze che sanno sempre mettere gioia, allegria e complicità nelle attività, dove è chiara a tutti l’importanza di dare il massimo per essere e per rendere felici gli altri.

Un sincero e grande abbraccio a tutti voi

Diego – Lupo Istrionico

 

Il video finale del campo:

La canzone del campo:

 

Un filmato della Repubblica che parla del campo (attenzione che i nostri ragazzi ci sono in diverse sequenze!)

 

Le nostre foto:


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